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Si può ospitare una persona se si vive in affitto?


La risposta alla domanda è ovviamente affermativa, ci sono però delle condizioni da dover rispettare, come ultimamente ha affermato la Corte di Cassazione.

Ospitare in casa una persona per chi vive in affitto è legale e non va a violare il divieto di sublocazione. Vietare questa possibilità, quindi, vorrebbe dire andare contro il principio di solidarietà tra locatore e locatario, espresso nell’art. 2 della Costituzione.

La Corte di Cassazione ha dichiarato che nel contratto di locazione sono da considerarsi nulle quelle clausole che vietano l’ospitalità (anche a familiari del conduttore). Attualmente, anche l’inquilino che affitta una stanza ha la possibilità di ospitare altre persone (partner, amico, parente) a patto che l’ospite non occupi o abusi degli spazi comuni, divenendo fonte di fastidio per gli altri coinquilini. Inoltre, in risposta alla domanda “Per quanto tempo posso ospitare una persona se vivo in affitto?”, la legge ha specificato che l’ospitalità non ha durata di tempo specifica e limitata: questo significa che l’ospite può usufruire dell’immobile per tutto il tempo che l’inquilino desidera.

Essendo l’ospitalità un principio ricco di sfumature, capita spesso di confonderlo con il comodato.

Qual è la differenza?

Si parla di comodato per fare riferimento ad un tipo di contratto, disciplinato dall’art. 1350 del Codice Civile, in cui l’immobile viene messo a disposizione di una persona in forma gratuita, quindi senza il pagamento del canone di affitto. Si tratta, più nello specifico, di un accordo che viene gestito come una scrittura privata, nel quale è necessario indicare l’utilizzo, la durata e le spese a carico del comodatario (ad es: spese condominiali).

Questa tipologia di contratto è soggetta ad obbligo di registrazione. Naturalmente, al termine dell’accordo stipulato, il comodatario è tenuto a restituire l’immobile al proprietario.

A differenza del comodato, l’ospitalità invece non richiede la stipula di un contratto tra proprietario e ospite. Inoltre, contrariamente al contratto di comodato che obbliga il soggetto a lasciare la casa entro un determinato periodo di tempo, con l’ospitalità l’inquilino ha la possibilità di ospitare in casa la persona senza limiti di tempo. Ciononostante, la legge prevede sia per il proprietario che per l’ospite una serie di obblighi e doveri.


Per il proprietario, i diritti e i doveri previsti dalla legge sono:

  • la possibilità di mandare via un ospite con residenza in qualsiasi momento il proprietario dell’immobile lo voglia, a patto che lo sfrutto avvenga senza violenza;

  • quando l’ospitalità dura per un periodo inferiore ai 30 giorni, non ci sono obblighi di comunicazione;

  • quando, invece, la permanenza si protrae per oltre 30 giorni, il proprietario ha l’obbligo di comunicarlo alle autorità di Pubblica Sicurezza entro 48 ore, tramite una dichiarazione di ospitalità o cessione di fabbricato;

  • decade l’obbligo della dichiarazione di ospitalità nel momento in cui proprietario e ospite stipulano un contratto di comodato d’uso scritto e registrato. In questo caso, è compito dell’Agenzia delle Entrate comunicare al Ministero le informazioni utili, tramite i propri servizi telematici.

È bene precisare che, se l’ospite è una persona extracomunitaria, l’obbligo di comunicazione sussiste per il proprietario anche quando l’ospitalità dura meno di 30 giorni. Anche in questo caso, la comunicazione deve essere effettuata entro 48 ore dall’arrivo in casa del soggetto.


Per quanto riguarda l’ospitato, ovvero colui che decide di farsi ospitare in casa, la legge prevede i seguenti diritti e doveri:

  • avere cura dell’immobile e rispettare eventuali coinquilini;

  • quando l’ospite permane nella casa per molti mesi, da ospitalità temporanea si inizia a parlare di ospitalità di carattere abituale. A questo punto, sussiste l’obbligo giuridico di residenza. In questo caso, l’ospite è tenuto a recarsi all’Ufficio Anagrafe del Comune in cui abita e richiedere il cambio di residenza o domicilio. Nella dichiarazione di residenza il soggetto deve specificare a che titolo occupa la casa: contratto di locazione, ospitalità, comodato d’uso;

  • il soggetto ospitato è tenuto a lasciare l’appartamento in qualsiasi momento gli venga richiesto dal proprietario, altrimenti potrebbe correre il rischio di essere accusato di violazione di domicilio.

In conclusione, si, si può ospitare una persona in casa se si vive in affitto, anche per più giorni, purché si rispettino gli oneri dettati dalla legge, ma soprattutto dal buon senso e dall'educazione.

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